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La storia del portolano

La storia del portolano

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Da secoli, il portolano rappresenta uno degli strumenti più noti e diffusi nel settore nautico. Si tratta infatti di un vero e proprio manuale nel quale sono riportati tutti i riferimenti utili alla navigazione costiera e in mare aperto: non solo dati per l'identificazione dei luoghi, ma anche importanti dettagli sulle normative locali, sull'accesso ai porti e sulla presenza di secche, relitti e altri fattori di pericolo.

A tale scopo, il portolano si avvale di mappe, disegni e testi descrittivi in gran parte basati sull'osservazione e sull'esperienza.

Con questo nome, che deriva dal latino "portus" (porto), i manuali per la navigazione costiera compaiono per la prima volta nel Medioevo come evoluzione del "periplo" di epoca classica.

La storia del portolano

Prima di allora, ci si affidava a resoconti di viaggi precedenti, a scritti che descrivevano le coste oppure a cronache di battaglie e di altri fatti storici; l'esperienza diretta, in questo contesto, aveva quindi un ruolo fondamentale.

Tra i portolani più antichi si ricorda il "Compasso da navegare", opera di un anonimo del XIII secolo. Fino al XV secolo, i testi dei portolani furono privi di carte nautiche: al massimo, potevano contenere qualche disegno dei profili di costa.

Solo dalla seconda metà del Cinquecento cominceranno a circolare i primi portolani corredati di carte nautiche: ne è un esempio "De Spieghel der Zeevaerdt", pubblicato tra il 1583 ed il 1584 dall'olandese Waghenaer e destinato a grande fortuna, tanto da essere tradotto in più lingue.

Per tutto il Seicento, in ambito europeo vennero utilizzati grandi portolani-atlanti in più tomi, nell'intento di offrire una minuziosa descrizione delle coste, da porto a porto, di tutto il mondo.

In questi volumi, i testi erano arricchiti da vedute di costa e da carte nautiche in varie scale.

Bisognò attendere il secolo successivo affinché il portolano venisse distinto nettamente dalla carta nautica.

A partire dal Settecento, infatti, si preferì raccogliere le mappe in atlanti a dimensione regionale; il portolano, invece, assunse i caratteri di un documento nautico e la sua realizzazione divenne appannaggio degli istituti cartografici ufficiali, prerogativa che ha conservato fino ai nostri giorni.

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