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Come disegnare una carta geografica: Le origini

Come disegnare una carta geografica: Le origini

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  Blog I love maps

Gli uomini da sempre hanno avuto l’esigenza di conoscere che dimensione hanno le cose e, di conseguenza, in quanto tempo possono essere trovate e conosciute. Le parole che descrivono l'estensione di uno spazio e il succedersi del tempo devono essere state sùbito tra le più usate: il dove e il quando assumono da sempre un aspetto basilare nella ricerca e nella conservazione del cibo o nella difesa da un nemico.

Le prime tracce note di rappresentazioni del suolo confermano l'ovvietà di questa constatazione: gli uomini segnalano graficamente ad altri uomini qualcosa di importante, presenza di fiumi o di montagne lungo il cammino. Queste mappe simili a una striscia furono spesso utilizzate dai popoli più antichi e in particolare anche dai principali costruttori di strade, come i Romani, che tuttavia non hanno compiuto scoperte o ricerche cartografiche di rilievo. Gli Itineraria Picta servivano a viaggiare, ma sicuramente anche a percorrere strade sicure per l'esercito; di essi resta, in copia medievale, un esemplare straordinario, la cosiddetta Tabula Peutingeriana, lunga in origine forse 7 metri e alta soltanto 34 centimetri, che mostrava, 100.000 km di strade e 3.000 indicazioni di luoghi tra Europa, Africa e Asia, circondati da un unico Oceano.

tabula peuntigeriana

                                                       Tabula Peutingeriana

La trigonometria greca.

La cartografia discende da geometria e geografia, scienze che nacquero, in Mesopotamia e in Egitto; ne conserviamo tracce e resti purtroppo incompleti. Furono in realtà i Greci a delinearne, i metodi e le regole. Di conseguenza la cartografia, basata sulla misurazione di linee e superfici come la geometria e sulla rappresentazione della Terra come la geografia, trovò le sue prime applicazioni sicuramente tra Babilonesi e Egiziani, ma venne definita razionalmente solo dai Greci.   

L'invenzione della trigonometria si può associare con un certa sicurezza agli studi astronomici della scuola geometrica di Alessandria. La città egiziana di Alessandria, che porta il nome di Alessandro Magno che la fondò nel III secolo a. C., fu la capitale del regno ellenistico dei Tolomei fino alla conquista romana. La sua posizione centrale nel mondo mediterraneo dell'antichità, fecero di Alessandria il centro della matematica greca fin quasi alla conquista araba. Uno dei tratti della matematica alessandrina fu un'attenzione costante per le applicazioni scientifiche e tecniche, e di conseguenza per una matematica quantitativa, attraverso la quale i risultati teorici della geometria classica potevano trovare il loro corrispettivo nelle scienze della natura.

Tra i primi motivi di una precisa misurazione del suolo si annovera anche la necessità di definire la proprietà, in particolare quelle agricole. Al filosofo e scienziato Anassimandro (VI sec. a.C.) e allo storico Erodoto (V sec. a.C.) sono attribuite mappe del mondo tra le più antiche, derivate tanto da speculazione quanto da conoscenza diretta. Di certo nel periodo classico della civiltà greca, trovano posto le ricerche e le proposte scientifiche sulla forma della Terra avanzate da Pitagora, da Aristotele, da Eratostene e infine, in pieno ellenismo, da Claudio Tolomeo nel II sec. d.C. I Greci dedussero la sfericità della terra grazie all'osservazione della luna e delle stelle, invece i Romani, non andarono oltre una serie di utilissime mappe stradali. Quando Eratostene nel III sec. a.C. calcolò per la prima volta la circonferenza della Terra, si servì di alcune misure prese da strumenti come lo gnomone, la meridiana e la sua ombra, e di altre tratte da deduzioni come la distanza tra Alessandria e Siene, calcolata secondo i giorni impiegati dai cammelli a percorrerla; il dato finale era comunque frutto di un metodo corretto e non distante dalla realtà.

Misurazioni dirette e indirette

La misurazione di una distanza non era e non è comunque impresa facile, esistevano misurazioni dirette, come i piedi e indirette, come le regole geometriche. Il metodo fondamentale per ottenere indirettamente misure precise, consiste nella triangolazione, cioè nella suddivisione in triangoli di una superficie, che verrà ricostruita utilizzando le regole e i teoremi della trigonometria. Il metodo indiretto presuppone tuttavia che si conosca un modo per misurare gli angoli su scala territoriale e proprio in questo si direbbe che gli antichi fossero carenti: saranno le invenzioni di strumenti goniometrici, legati spesso alla navigazione, a segnare lo stacco tra le mappe antiche e quelle moderne, dal Rinascimento in poi.

Inizialmente la cartografia nasce come uno strumento tipicamente istituzionale, finalizzato a definire spazi pubblici e privati; dalle mappe catastali a quelle rurali, dalle carte di città a quelle territoriali, lo Stato deve organizzare enti e uomini in grado di disegnare e aggiornare i confini e le proprietà pubbliche. Ogni paese moderno ha creato, negli ultimi tre secoli, tali gruppi di lavoro, non a caso solitamente collegati con l'esercito; nei paesi in via di sviluppo e in quelli più arretrati invece la mappatura del territorio ha spesso incontrato difficoltà insormontabili, legate ai costi, alle tecnologie, alle risorse umane.

In Italia l'ente preposto è l'Istituto Geografico Militare insieme ai servizi idrografici, geologici e catastali dello Stato, ma esistono anche società private la cui attività è da decenni estremamente prolifica, lo stesso accade in gran parte dei paesi occidentali, che dal secondo dopoguerra si sono organizzati per coordinare e uniformare i sistemi di rilevamento, le scale, i riferimenti geografici, i nomi, le simbologie. E' sorprendente venire a conoscenza che alla scala di 1:75.000 soltanto un terzo della superficie terrestre risulta, opportunamente rilevato.

L'area del Galoppatoio nel 1969 (Istituto Geografico Militare di Firenze), Cartografica visceglia

                  L'area del Galoppatoio nel 1969 (Istituto Geografico Militare di Firenze).

Disegnare i confini del mondo

Escludendo primitivi disegni di non facile lettura, come quelli mesopotamici, sumeri ed ebraici, la prima mappa del mondo, l'ecumene, dovrebbe essere quella di Tolomeo, il geografo e astronomo cui si deve il sistema geocentrico, per secoli ritenuto valido e sconfessato solo da Copernico millequattrocento anni dopo. Nella sua Geografia, Tolomeo assegna ad oltre ottomila località dell'Impero Romano una approssimativa latitudine e longitudine e spiega metodi di proiezione e costruzione di piante, costruendo le basi della scienza cartografica.

Una rappresentazione del ‘400 a stampa della descrizione dell'Ecumene fatta da Tolomeo

Tolomeo rappresenta il mondo conosciuto utilizzando una griglia di meridiani e paralleli secondo una proiezione, probabilmente di sua invenzione, che dovrebbe garantire una miglior verosimiglianza del mondo disegnato su una superficie piana rispetto all'originale superficie curva. L'impero romano ci viene presentato con discreta definizione, mentre le aree poco conosciute o ignote, sono lasciate a una certa fantasia artistica.

L'alto Medioevo e anche l'epoca romanica rappresentano per questo settore di ricerca una fase di autentico arretramento, per quanto da un punto di vista artistico e religioso la produzione cartografica anche a causa della mentalità del tempo; la cartografia in pratica si piegò alla nuova morale cristiana e venne sostituita da rappresentazioni fantastiche del mondo di Dio. Solo nella giovane cultura araba continuano studi in questo settore e ne è testimonianza anche la celebre mappa del Mediterraneo di Al Idrisi, pur se incompleta e arbitraria.

mappa del mediterraneo Al idrisi

                                                           Mappa AL Idrisi

Dal 1300 numerose copie della mappa del mondo di Tolomeo giunsero nell'Europa occidentale dal mondo bizantino e determinarono da un lato l’accettazione dell'impostazione tolemaica, dall'altro un nuovo interesse, razionale e pratico, per la cartografia.

Tra XII e XIV secolo erano fioriti in Europa anche i cosiddetti Portolani, carte nautiche che di porto in porto delineano le coste d'Europa e in particolare del Mediterraneo; forse nati grazie all'esperienza dei navigatori e all'uso della bussola, i portolani mostrano un singolare sistema di orientamento, basato sul disegno di numerose rose dei venti generatrici di linee radiali intrecciate in modo complesso sulla superficie della mappa.

Colombo scopre l'America per dimostrare che l'India si raggiunge più rapidamente via mare ad Occidente che via terra ad Oriente; le sue conoscenze e le sue speranze derivavano pertanto dai cartografi, ma a loro volta i cartografi seguiranno le indicazioni di Colombo e quelle dei suoi innumerevoli epigoni per disegnare i nuovi confini del mondo. L'errore di considerare la Terra tanto piccola da possedere un solo Oceano tra Europa e India fu presto corretto e, da quando gli uomini di Magellano circumnavigarono l'intero pianeta, fu finalmente possibile determinare con accettabile approssimazione l'effettiva dimensione e dislocazione delle terre emerse.

Queste scoperte aprirono alla cultura e all'economia europea orizzonti mai neppure immaginati, lo straordinario lavoro e intuizione di Gerard de Kremer detto Mercator hanno un ruolo fondamentale. La sua opera di teorico si affianca a quella di disegnatore e incisore, fu uno dei massimi ricercatori in campo scientifico e pratico, a differenza di gran parte dei cartografi che tra Medio Evo e Rinascimento che avevano illustrato le ipotetiche forme del mondo senza mai andare realmente oltre le antiche scelte di Tolomeo.

                                                                             

Gerard De kremer

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