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Breve storia della cartografia

Breve storia della cartografia

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L'esigenza di rappresentare lo spazio è nata con l'uomo: dai primi tentativi della preistoria fino ai moderni supporti virtuali, la cartografia ha accompagnato la società umana nel suo cammino evolutivo, riflettendone i cambiamenti e i multiformi aspetti culturali.

La più antica testimonianza pervenutaci in tal senso si trova nella "grotta di Lascaux": si tratta di pitture rudimentali di epoca paleolitica che raffigurano la volta celeste.

Delle civiltà mesopotamica e babilonese possediamo piantine di città su tavolette d'argilla; gli Egizi e gli Aztechi ci hanno lasciato mappe di vario tipo che attestano conoscenze geografiche e astronomiche molto raffinate.

La più antica mappa occidentale è stata ritrovata in Italia: nota come "mappa di Soleto" (V sec. a.C.) illustra una parte del Salento con l'esatto posizionamento delle più importanti città stato di allora.

Nella Grecia classica è stata redatta la prima carta del mondo a noi nota (VI sec. A.C.): attribuita al filosofo Anassimandro, raffigurava la Terra come un cilindro.

La principale opera geografica di età ellenistico romana a noi pervenuta è la "Geografia", di Claudio Tolomeo: le sue fonti sono Marino di Tiro e alcuni diari di viaggio attraverso il mondo romano e persiano. Nonostante le imprecisioni, l'opera di Tolomeo è rimasta il principale punto di riferimento fino al periodo rinascimentale.

Breve storia della cartografia

Per quanto riguarda i Romani, il loro interesse per la cartografia è stato prevalentemente di natura pratica (mappe "catastali", piante di città, carte "itinerarie" redatte a scopi militari e commerciali).

In età medievale, particolarmente importante è stato il contributo della cultura islamica, con la fondazione di vere e proprie scuole e la produzione di atlanti, mappamondi e cartine regionali.

In Occidente, il Medioevo assiste alla comparsa di prodotti cartografici molto specifici, come i "portolani" (manuali per la navigazione costiera) e le "mappae mundi" (carte del mondo).

I grandi viaggi di esplorazione e la scoperta dell'America rivoluzionano le carte geografiche con l'inserimento delle terre del nuovo mondo.

Tra le elaborazioni più famose del periodo ricordiamo la "Proiezione di Mercatore" (seconda metà del XVI secolo) destinata ad influenzare tutta la cartografia posteriore fino ai nostri giorni.

Da quel momento si intensifica la diffusione dei planisferi, realizzati non solo su carta ma anche su globo.

Accademie, istituti e società sorgono sempre più numerosi in ogni parte d'Europa, dando impulso alla produzione di strumenti cartografici sempre più precisi e dettagliati.

Questa fase culmina nel '700 con la cosiddetta "cartografia scientifica", in cui le carte geografiche migliorano sensibilmente in qualità e precisione grazie ai nuovi apporti della matematica e della tecnologia.

Appartengono a questo periodo alcune proiezioni destinate a grande fortuna, come la celebre "proiezione di Gauss".

L'Ottocento, con l'aumento delle operazioni di guerra, ha approfondito soprattutto gli studi topografici, promuovendo la fondazione di diversi istituti geografici militari e di case editrici specializzate.

Nel secolo successivo, la diffusione delle automobili ha richiesto nuove tipologie di mappe cartacee (le cartine stradali, ad esempio) alle quali si sono affiancati, negli ultimi anni, gli apporti del mondo virtuale (mappe su supporto informatico e sul web).

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